Chiesa parrocchiale
Visitazione di Maria Vergine - Siddi

 

Descrizione

La chiesa parrocchiale di Siddi, intitolata alla SS. Vergine delle Grazie, si trova al centro del paese, in località denominata un tempo De Cresia. Orientata con facciata a Sud-Ovest e preceduta da un piccolo sagrato, essa fu edificata a partire dal 1704 (con i lavori che andarono avanti per oltre un cinquantennio) sopra una chiesa più piccola, costruita forse poco prima del 1600.

La parrocchiale, realizzata con blocchi di marna, arenaria, basalto e materiali vari, mostra un impianto longitudinale con navata unica e volta a botte. Esternamente è fiancheggiata da un campanile (sul lato sinistro) e da sei contrafforti (tre per lato).

L'assetto generale della chiesa è legato allo schema delle architetture religiose del Barocco sardo, stile che si sviluppò nell'isola con due filoni, uno colto ed uno popolare. La chiesa di Siddi può essere inserita all'interno di questo secondo filone.

Il prospetto, semplice ed elegante, nella parte bassa mostra un'apertura centinata con capitelli da stipite e chiave di volta, a cui s'affiancano una coppia di lesene scanalate concluse da capitelli, sopra i quali è posto un architrave modanato che delimita un timpano con arco a sesto ribassato spezzato. Nella parte alta si aprono invece tre finestre con finimenti in marna (due laterali rettangolari e una centrale con centina), sopra le quali il prospetto è chiuso da un coronamento a doppia inflessione (o "a cappello di carabiniere"), modanato e in marna.

Il campanile, edificato a canna quadrata e suddiviso in tre ordini sovrapposti, fu ultimato nel 1688. è alto 25 m e largo 4,50 m per lato. Nel secondo ordine, sui cui lati sono compresi quattro archetti pensili a sesto acuto forniti di peducci, si aprono quattro monofore archiacute e modanate. Qui trovano alloggiamento quattro campana di bronzo, due del sec. XVII, e due del secolo XIX.

L'interno della chiesa, ampio e poco illuminato, mostra un'aula a pianta longitudinale coperta con volta a botte (m 22,85 di lunghezza per m 8,70 di larghezza), sulla quale si aprono cinque cappelle quadrangolari (tre sul lato sinistro e due sul lato destro), ed una sacrestia sul presbiterio sopraelevato. Le pareti dell'aula, intonacate e parzialmente affrescate, sono scompartite da dieci lesene lisce in marna sormontate da altrettanti capitelli che mostrano una teoria di decorazioni a cespi d'acanto stilizzato d'ordine corinzio. Lungo tutta l'aula le lesene reggono una trabeazione a dentelli su cui s'imposta la volta a botte rinforzata da due sottarchi decorati con formelle rettangolari.

Il presbiterio, recinto da una balaustra, ospita nella parte centrale il grande altare maggiore in marmi policromi, collocato in opera nel novembre 1815 sotto la guida di un marmoraro della famiglia Franco (probabilmente Domenico).

Al centro dell'altare maggiore, entro un'ampia nicchia, è posta una grande statua lignea della Madonna col Bambino, alta 1 m e 76 cm. Dorata e policromata in estofado de oro con motivi a ramages e geometrici, nella veste mostra temi geometrici a formelle, nell'unico esempio isolano a foggia quadrata con spigoli smussati.

La sua datazione risale al secondo quarto del secolo XVII, ad opera di un anonimo artista campano immigrato in Sardegna.

Fra le cappelle risulta assai interessante quella del Rosario. Fornita di balaustra in marmi policromi, risulta la prima cappella costruita all'interno della chiesa (a partire dal 1711). Al suo interno si trova una mensa di marmi policromi con al centro del paliotto un medaglione raffigurante la Madonna del Rosario (databile alla metà del sec. XVIII), ed un grande retablo ligneo intagliato, dorato e policromato, certamente riferibile a quello che nei documenti risulta pagato fra il 1774 ed il 1766.

L'opera è suddivisa in tre specchi da quattro colonne tortili, sorrette da plinti che poggiano su uno zoccolo. Fra queste colonne si aprono tre nicchie centinate che ospitano le statue lignee seicentesche e settecentesche della Madonna dell'Incontro Pasquale (al centro), della Madonna del Carmine (a sinistra) e della Madonna del Rosario (a destra).
La nicchia centrale è poi "incorniciata" da quindici formelle rettangolari, nelle quali sono dipinti i Misteri del Rosario.

Altra cappella interessante è quella intitolata a Sant'Antonio da Padova. Interamente affrescata e parzialmente recinta da una balaustra di marmi policromi, essa presenta una mensa di marmi policromi con al centro del paliotto un medaglione raffigurante Sant'Antonio da Padova, e una pregevole statua lignea di San Sebastiano, forse ottocentesca.

Altra significativa statua lignea è quella del Cristo risorto, anch'essa probabilmente ottocentesca, posta sul fondo della navata centrale.

Degno di attenzione è pure il fonte battesimale, realizzato nel 1793 in marmi policromi dal marmoraro cagliaritano Giovanni Spazzi, ed un secondo fonte battesimale litico di forma esagonale e decorato con rosoni a motivi fitomorfi, forse del sec. XVIII.

Anche il pulpito ligneo risulta abbastanza interessante, ed è costituito da una tribuna esagonale intagliata con decorazioni e sovrastata da una tettoia anch'essa ornata.

All'interno della sacrestia, costruita fra il 1774 e il 1782, si trova una bella paratora lignea di fine Settecento, insieme ad arredi sacri e paramenti, alcuni dei quali di notevole pregio e interesse.

Visite guidate
Si effettuano visite guidate su prenotazione.
Il costo delle visite guidate è di € 20,00 complessivi per singoli o gruppi fino a 20 persone e di € 1,00 a persona per gruppi oltre le 20 unità.